Minori - la casa di Steven

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Minori

Comunità
Crediamo sia importante cominciare esplicitando quali sono le motivazioni che ci hanno portato alla realizzazione del progetto di Comunità educativa minori.
Il progetto è nato dalla concomitanza di diversi fattori:

  • La volontà di tutelare la vita, soprattutto dei più fragili, in quanto valore massimo e dono preziosissimo che necessita di essere accolto in un ambiente amorevole, strutturato e familiare.
  • La sperimentazione della genitorialità naturale che ci ha svelato la bellezza della relazione educativa e la meraviglia dello sviluppo umano.
  • L’esperienza maturata nell’ambito dell’affido familiare che ci ha portati a riconoscere la condivisione e l’accoglienza come occasioni speciali di arricchimento personale per ogni componente della famiglia.
  • Una richiesta sempre maggiore da parte dei Servizi Sociali di accogliere solo minori, che necessitano un allontanamento momentaneo dal nucleo familiare.
OBIETTIVI

In relazione ai diversi e specifici bisogni di ogni accolto, la Comunità Minori si impegna a:
  • Accogliere la storia personale di ognuno creando i presupposti per consentire spazi di ascolto e confronto. Un obiettivo importante è che i minori, vivendo l’esperienza di essere tenuti nella mente, compresi e accuditi, possano dare un senso al passato per far crescere un senso di sé più sicuro e resiliente.
  • Coinvolgere ogni minore nella condivisione della vita quotidiana per costruire una relazione educativa positiva e stabile in grado di fare emergere e far crescere le risorse di ciascuno.
  • Accudire ognuno con l’attenzione e la cura necessarie integrando e affiancando temporaneamente la famiglia di origine, per offrire al ragazzo una casa e delle relazioni educative stabili, mediante la partecipazione alla vita comunitaria, che gli consentano di crescere ed elaborare un progetto per il proprio futuro.
  • Accompagnare e sostenere ogni minore nelle proprie relazioni sociali nei diversi ambiti che quotidianamente incontra (scuola, sport, oratorio, territorio…) per costruire una “rete” educativa che consenta di evitare al ragazzo il rischio della frammentazione.
  • Mantenere e sviluppare, per quanto possibile, i legami con la famiglia di origine: il nostro lavoro parte dal presupposto che non è pensabile costruire un progetto di crescita senza tenere in considerazione il luogo d’origine del ragazzo, luogo con cui deve fare i conti sia fisicamente che simbolicamente per poter crescere. I genitori naturali e/o i familiari, per quanto possibile, devono essere coinvolti in decisioni partecipate tali da costituire le basi per un progetto che vede anche i genitori attivi e non passivi destinatari di quanto deciso da altri. In tal modo non si negano le competenze specifiche di ogni operatore, ma anzi le si fanno incontrare con le competenze, le emozioni e la storia dei genitori del bambino. Un genitore coinvolto è un genitore che saprà meglio accogliere il figlio al rientro e che può già in itinere, nella quotidianità della vita in comunità, riacquisire la propria genitorialità.
  • Collaborare in armonia con i Servizi Sociali e gli operatori professionali per costruire un Progetto Educativo Individualizzato, verificabile e coerente con le necessità dei minori accolti.
  • Garantire un accompagnamento rassicurante alla dimissione degli accolti e garantire disponibilità nella fase successiva come possibile risorsa esterna.
  • Dare la possibilità ai genitori biologici di accrescere le proprie competenze, conoscenze e sensibilità attraverso la frequentazione periodica di percorsi di formazione e gruppo AMA (auto-muto-aiuto).
via 4 Novembre 6/B Solbiate Arno (VA)
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